Mancano una locomotiva ed un poliziotto per evitare il caos globale e solo l’Europa può fornirli
Di Carlo Pelanda (16-9-2008)
Situazione globale. Il mercato statunitense, dopo il rimbalzo nel primo semestre, è in contrazione. La crescita cinese è in frenata. L’eurozona è in tendenza recessiva. Il Giappone anche. Già nel 2006 molti scenari avevano annusato una contrazione globale nel 2008, una pausa/stagnazione nel 2009 e la ripresa nel 2010/11. Tali macroprevisioni si basavano sull’analisi dei cicli, cioè sul fatto che dopo un tot di anni di crescita l’economia va giù e poi torna su. Il ciclo precedente è stato di 7 anni di espansione (1993 – 1999, compresi) e 2 di contrazione (2000 – 01). Quello ancora prima più o meno simile. Pertanto il prossimo, esaurita la fase ascendente 2002 – 2008, dopo una pausa nel 2009-10, dovrebbe iniziare nel 2011. Potranno sia l’impennata dei prezzi petroliferi sia la crisi finanziaria/immobiliare con epicentro in America modificare in peggio questa previsione rassicurante?
Ovviamente lo potrebbero se ambedue le
destabilizzazioni si amplificassero. Ma la contrazione globale ha ridotto sia
la domanda di petrolio sia, soprattutto, la pompa di capitale che aveva
contribuito a gonfiarne i prezzi di circa il 20% in fase ascendente. Nel 2009
il prezzo dovrebbe rientrare nel raggio di 80/100 dollari al barile,
assorbibile. In America c’è la coda della crisi finanziaria caratterizzata dal
rischio di fallimento di alcuni istituti. Ma l’impatto è contenibile. Dopo tale
evidenza
Carlo Pelanda